Quando Kim Rossi Stuart iniziò la sua carriera, per diversi anni gli venivano negate delle parti perché "troppo bello", lo ha spiegato in molte interviste. Spiazzante e limitante, ovviamente. Per fortuna pian piano questo limite è stato superato dalla bravura dell'artista, dai ruoli assegnati. Kim ha puntato molto sulla caratterizzazione per "celare" questa "scomoda"bellezza ( assurdo ma vero! ) .
Uno dei personaggi più caratteristico (sebbene non riesca ad apparire brutto... è impossibile! ) è quello di Calandrino in " MARAVIGLIOSO BOCCACCIO" dei Fratelli Taviani, nel 2015 .
Nel 1348, mentre la peste infuria a Firenze, dieci giovani si riuniscono in una casa di campagna e per dieci giorni si raccontano storie d’amore, di sesso, di burle clamorose, nell’intento di scacciare la paura della malattia e della morte. Paolo e Vittorio Taviani adattano il Decamerone di Boccaccio alle esigenze del Ventunesimo secolo, affrontando di petto il timore che attanaglia l’esistenza dei giovani (italiani) contemporanei. La parte vitale e assai godibile del film è quella che mette in scena le novelle boccaccesche, affidandone i ruoli principali ad alcuni volti noti del cinema giovane contemporaneo: un’idea giusta per attirare le nuove generazioni.
Quando Kim Rossi Stuart appare in Maraviglioso Boccaccio con i capelli semi unti che scendono compatti lungo la fronte e l'aria da stolto, non solo strappa piacevoli risate ma brilla per espressività teatrale e ironia. Forse è il momento più coinvolgente di tutto il film (sono d'accordo anche molti critici, ed è quanto dire! )
"Quando ho letto la sceneggiatura ho supplicato i Taviani di farmi interpretare Calandrino. Volevo toccare corde nuove e intravedevo nel personaggio la possibilità di una forte caratterizzazione -dice Kim -Calandrino è un personaggio che a tratti sembra appartenere al cinema muto, inoltre convoglia in sé aspetti subdoli, tra i peggiori dell’essere umano. Dietro quella facciata di sempliciotto,dietro la stoltezza, la superficialità, il servilismo e la scarsa fiducia in sè stessi cova qualcosa di più infernale e bestiale. Un aspetto sicuramente molto moderno. Ecco, tutto questo mi intrigava molto"
Calandrino, "un babbeo che non vede al di là del proprio naso", uno dei personaggi più famosi del Decamerone di Boccaccio se la dovrà vedere con l’Elitropia, una pietra che rende invisibili secondo le dicerie degli amici Bruno e Buffalmacco. I due architettano una burla nei confronti dello stolto Calandrino facendogli credere di aver trovato la pietra magica. Lo scherzo sortisce "inaspettate" reazioni proprio da chi sembrava essere totalmente sciocco e innocuo.
Boccaccio come Shakespeare, come i grandi autori sono universali, non hanno limite di spazio, tempo ed epoca. Sanno cogliere i sottili aspetti che scandagliano l’essere umano.
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...come scrive Boccaccio: "Calandrino, Bruno e Buffalmacco giù per lo Mugnone vanno cercando di trovar l'elitropia, e Calandrino se la crede aver trovata; tornasi a casa carico di pietre; la moglie il proverbia, ed egli turbato la batte, e a' suoi compagni racconta ciò che essi sanno meglio di lui".
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