Tornando un po' indietro riguardo le prove attoriali di Kim al cinema, spicca ,ancora una volta con la regia di D'Alatri, come "Senza pelle", il film "I GIARDINI DELL'EDEN " DEL 1998.
Riassumendo in breve la trama:
Gesù, o Jeoshua, dopo aver svolto l'apprendistato come carpentiere, si mette in cammino per il mondo. Arrivato a Gerusalemme, viene a contatto con l'arroganza dei ricchi e quella dell'invasione romana e fa di tutto per combatterla. Abbandonata la sfera mondana, entra nella comunità essena in cui sono aboliti la proprietà e il denaro e ne riceve i preziosi insegnamenti. Nel frattempo Jochannah,ovvero Giovanni Battista,riconosciutolo come l'atteso Messia , lo spinge ad iniziare la predicazione.
Ho rivisto recentemente questo film: la storia è la migliore tra le svariate versioni tradizionali che hanno subìto talmente tante manipolazioni che per crederci è necessario solo un atto di fede. Trovo che gli studiosi, molti teologi , abbiano sempre più allontanato Gesù uomo da noi uomini ...
Il Gesù che ci viene presentato ne I GIARDINI DELL'EDEN cerca di guardarsi dentro, di giungere alla verità universale ed assoluta ,quella dell'amore e della fratellanza senza rifarsi a dogmi.
La bravura di Alessandro D'Alatri sta nella evidenziazione di alcuni punti che fanno del film sicuramente un' opera interessante. Il tema della tradizione giudaica a cui lo stesso Jeoshua è legato più da un dovere che da una convinzione personale, è uno di questi. Egli è e resterà fedele a questi insegnamenti ma capirà che solo attraverso un percorso umano travagliato, sperimentando i limiti della natura umana legata all'effimero, potrà arrivare alla conoscenza della Verità. Bella la frase che Jeoshua rivolge al compagno di studi nella comunità essena "le regole sono per gli uomini non gli uomini per le regole" .
Un film vero. Un film storico: Gesù che ha dei fratelli, che lavora in falegnameria,che fa il suo praticantato dagli Esseni e poi gira il mondo pagano. Un Gesù umano, ebreo, come in effetti era. Qui la scelta è di narrare non una vicenda sacra ma una biografia, in cui si cerca di esercitare il più alto rispetto sia per le fonti letterarie e storiche (i Vangeli canonici, i tantissimi vangeli apocrifi e i manoscritti di Qumran) che verso la ricostruzione dei nomi, degli ambienti, dei costumi.
D’Alatri, spiegò che «questo film è frutto della grande passione di un cattolico distratto, quale io sono, che ha scoperto la complessità storica e psicologica di Gesù: un personaggio sin troppo conosciuto eppure, fino ai trent’anni d’età, così ignoto». Un bel lavoro onesto, pulito, semplice ma non privo di momenti suggestivi - rappresenta i moti dell'inconscio senza falsi sensazionalismi - e recitato con dedizione. L'ambientazione colloca la storia in una dimensione metafisica più che realistica, tra resti di civiltà antiche e il deserto.
La recitazione di Kim Rossi Stuart non è mai sopra le righe e le espressioni molto significative per dimostrare la sua com-passione verso il genere umano e la sua gioia nell'amare il prossimo. (Oltre alla eccellente somiglianza con le rappresentazioni iconiche di Gesù! )
E' stato definito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri Dipartimento dello spettacolo e cultura "film di cultura ed interesse nazionale". Un giusto riconoscimento per lo scomparso e sempre apprezzato regista D'Alatri.
QUALCHE SPEZZONE DAL FILM
Nessun commento:
Posta un commento
Commenta qui