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mercoledì 25 dicembre 2024

KIM ROSSI STUART, scultore controcorrente in "ANNI FELICI" (VIDEO)












Non sapevo e non immaginavo che il film "ANNI FELICI", 2013, di Daniele Luchetti, fosse un racconto che viene dall'infanzia del regista, sebbene fatti reali siano mescolati a invenzioni e fantasie. Il sentimento, tuttavia, la delicatezza dei ricordi emerge e come pure la morbidezza della narrazione.

E' Dario, il ragazzino che ci presenta la famiglia. Dario in effetti è lui, Daniele, che osserva dall'esterno le peripezie, l'amore, i litigi, le passioni del papà Guido (Kim rossi Stuart) e della mamma  Serena (Micaela Ramazzotti) nei movimentati anni 70.



Intanto è proprio il 'mio' film. Ho rivisto e rivissuto il 'clima' che ho respirato direttamente ai tempi, tra teatro mimico-gestuale, azioni di strada, travestimenti, uso dei colori su visi per 'spiazzare' lo spettatore... E perciò mi sono immedesimata in Guido, con il suo desiderio di emergere in campo artistico in modo NON convenzionale. Erano gli anni dei referendum, dei banchetti nelle piazze per firmare. Coinvolgimento negli scioperi, riunioni femministe, sfilate di giovani 'alternativi'. Diciamo che percepivo 'ideali' da difendere e concretizzare. Sebbene girasse droga, anche pesante ed era l'aspetto più oscuro e tragico dell'epoca.


Tornando al film. I protagonisti in fondo mirano al raggiungimento del 'bello', ambiscono in modo diverso alla libertà di esprimersi e raggiungere una sorta di perfezione. Sono anni di cambiamento che invadono la vita di questa coppia che si ama ma non sa amarsi nel modo giusto. Troppo amore da parte di Serena che vuole entrare nella vita di Guido per supportarlo ma finisce spesso per essere ingombrante. Da parte sua Guido piace per questa fragilità che lo contraddistingue (a volte balbetta, assume una postura particolare) sebbene non molli mai l'obiettivo che si è posto nel lavoro e lo fa con tutti i mezzi. Si barcamena come può con il duro mestiere di artista, tra eccentriche sculture modellate sul corpo di alcune avvenenti modelle e happening dallo scarso successo di critica. 

Ma a lui sta bene vivere in una dinamica di coppia forse  un po' di comodo, con una compagna madre che lo accudisce, pensa un po' a tutto; può vivere quella libertà esteriore in modo più  completo. Si accontenta fino a quando non apre gli occhi e vede Serena pian piano cambiare , diventare sospettosa, tesa. Ha molta rabbia in viso , è scontenta, si rifugia in questo amore sviscerato verso i figli che, alla fine, sono coloro che, vivendo tutti i momenti dei genitori, saranno (soprattutto Dario) quelli che sveglieranno i veri desideri di mamma e papà.

Il tutto raccontato con molto garbo, senza eccessi, con incastri simbolici, con giusti tempi e soprattutto con sguardi e parole essenziali. Se Guido è teso verso l'essere controcorrente, anche 'cattivo' che poi non è, Serena, con le scelte che farà, un po' dettate dallo scontento,dall'essere libera da responsabilità e uscire da schemi della famiglia d'origine, mostrerà di essere molto più controcorrente di lui. Andrà via e lo tradirà con una donna. E se tradire per Guido, innamoratissimo di lei ,è solo qualche veloce incontro sessuale, per sua moglie è un momento decisivo.



Fondamentale in una vita di coppia sarebbe riuscire a vivere bene gli spazi privati, singoli, non condivisi. Si mira a questo. E' necessario un equilibrio che Guido e Serena 'forse' conquisteranno solo dopo essere passati per delle 'tempeste' inaspettate, per entrambi. 

Non c'è un finale chiaro ma c'è una cosa importante: avere il piacere di vivere le emozioni di questo amore anomalo, attraverso i due e la meravigliosa interpretazione dei due bambini. Delizioso Kim, grande Micaela.  Film bello. Perchè? Perchè è "bello e basta"[cit.] 


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