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venerdì 3 gennaio 2025

KIM ROSSI STUART in "Cosa sarà" : umanità e amore nella malattia (VIDEO)

 


Mi conviene vedere un film che tratta un tema vissuto in famiglia  che ha lasciato ferite  ancora aperte? Pensavo... Però leggevo nelle note di regia che era una commedia... Come può essere?  Quindi, come sempre, se un film non lo guardi, non sai.

 Inoltre coincise con l'evolversi della pandemia e sarebbe dovuto uscire subito prima del lockdown e con un altro titolo (Andrà tutto bene), ma l’emergenza lo impedì e inoltre quasi in modo premonitore (coincidenza ) il titolo , alla luce di ciò che è accaduto poi, meglio non sia stato questo.

E' un film del "fidarsi" e dell' "affidarsi" , a mio avviso. Le prime scene del bambino che dà le sue macchinine all'amichetto che se le porta via è un grande atto di generosità e fiducia. Ed è lui, il protagonista, il bambino. Quel Francesco Bruni che attraverso Bruno Salvati (KIM) racconta di essere  appena uscito da un momento buio, da un trapianto di midollo per una malattia del sangue. Non nasconde nulla, il regista. Ma non rende il film un dramma o una battaglia, anzi. Si evita  da subito il luogo comune in cui il malato è visto solitamente come un guerriero. Sono pienamente d'accordo. L'ho vissuto con i miei familiari, e tutto erano, tranne che 'guerrieri'. Persone ancora più sensibili e da proteggere, senza pietismi, con qualcosa che aiuta più di tutto, l'amore.

Dal bambino con le macchinine, procedendo per vari flashback, funzionalissimi al racconto, c'è un cambio totale  di registro che ci immerge in una stanza di ospedale: luci fredde, Bruno spaurito. L'infermiere (bravissimo ed empatico) che dà le indicazioni e gli dice "Fate il bravo" e Bruno lo fa. Non può fare altro...C’è una fragilità così naturale nel corpo di Kim Rossi Stuart sottoposto alla prima prova della chemioterapia: quel taglio totale dei capelli(piangevo, io! ) con la meravigliosa  Perfect Day di Lou Reed è un altissimo momento di cinema e sceneggiatura. Non c'è da aggiungere altro. Arriva al cuore, all'anima in modo diretto e semplice. 

 Si parla di malattia, e di come essa costringa l’essere umano a interrogarsi non tanto sul significato della vita ma sul modo in cui la si è vissuta,  sugli affetti che si rischia di abbandonare per sempre. Non è casuale che tra i corsi e ricorsi mentali di Bruno torni con frequenza l’immagine della madre, da giovane, quando lui era ancora un bambino. Sono visioni che però rassicurano e fanno entrare lo spettatore in un clima di fiducia che da tanto male uscirà tanto bene. 

Mi ha molto colpito  la Dott.ssa Bonetti che rappresenta quello che noi vorremmo  da un medico e dalla medicina, specialmente nei momenti difficili: la competenza, la serietà, un’umanità che non è pietismo e condiscendenza ma che rimane sempre ancorata alla sincerità e al rapporto aperto tra medico e paziente. Bruno  affida a lei letteralmente la sua vita e deve fidarsi. 

E' proprio questa dimensione di personale che non cade nell'autobiografico ma allarga il campo, in tutti i sensi, sulla famiglia, sulle caratteristiche di ogni componente, con indulgenza, con ironia, anche con rabbia quando Bruno pretende che la sua instabile carriera di regista abbia un riconoscimento da parte del suo agente che non gli dà mai certezze. Bruni scava nell’intimo per costruire una commedia popolare che abbia la forza di allargare lo sguardo, aprire la visuale al di fuori. Necessità di vedere. C’è un persistente ritorno all’idea di sguardo in Cosa sarà: Bruno non sa resistere alle  regole ospedaliere e apre la finestra, guardando al di fuori. La prima cosa che nota risvegliandosi dopo un sonno indotto da farmaci, sono gli occhi della consorte – i due si sono separati, ma restano molto vicini –. Scrutare gli gli occhi di Fiorella, l'elemento chiave del film, una 'sconosciuta' che attraverso lo sguardo comunica, prima imbarazzo, poi sorpresa, poi disappunto e poi, per fortuna, dolcezza e comprensione e allegria. Un bel film di 'sguardi' eloquenti ( come piacciono a me ).  Vedere l’esterno da sé per capire e comprendere meglio ciò che sta accadendo all’interno, e provare almeno a governarlo, gestendo le frustrazioni e imparando a conviverci.

In equilibrio su un parapetto, come un funambolo, in pigiama e con il sorriso sulle labbra. Questa scena, tra il reale e l’onirico, che è anche la locandina del film, è l'essenza dello  smarrimento, della  sensazione di essere appeso a un filo, tra la vita e la morte , sfruttando però,  tutte le possibilità dell’umorismo, supportato da un ottimo alter ego cinematografico, Kim Rossi Stuart (anche collaboratore alla sceneggiatura), che entra nei suoi panni e li fa vibrare, in equilibrio, appunto, tra il dramma e la commedia.



Kim Rossi Stuart sa marcare la recitazione senza mai scadere nella caricatura o la macchietta, anzi enfatizza quelle emozioni che nella vita spesso per pudore teniamo represse. Sa come strapparci una divertita risata ma anche una lacrimuccia che cade giù quando meno te l’aspetti.

Intervistato sul red carpet della Festa del Cinema di Roma ad Ottobre 2020  Kim Rossi Stuart  parla della sua esperienza sul set di Cosa Sarà :"Si tratta di un film che, come raramente mi accade, ho deciso di fare in maniera molto istintiva. Nella sceneggiatura c’era qualcosa di molto familiare che mi ha convinto immediatamente. Volevo esserci. C’era alla base del film il bisogno di condividere. La condivisione di un’esperienza grande e molto importante della vita dell’autore. Inoltre, dopo qualche iniziale timore, sono entrato nel personaggio senza necessità di 'costruirlo' più di tanto. Il candore, la leggerezza di Bruni mi ha contagiato ed abbiamo lavorato in un clima sereno, anche divertente, nonostante il tema forte."

In fondo, COSA SARA' è una maniera di raccontare quando all'improvviso non si è capito niente ma qualcosina si è imparato, anche se  non si sa bene cosa .

RICONOSCIMENTI

2021 – Nastro d’Argento - Miglior Attore Protagonista

2021 – Nastro d’Argento - Migliore Sceneggiatura  

2021 – Globo d’Oro - Miglior Attore Protagonista 

2021 – David di Donatello - Candidatura come miglior attore protagonista 

 

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Quando si dice un attore "perfetto per quel ruolo": Kim Rossi Stuart in "Cosa sarà" di Francesco Bruni

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