In questi giorni ho voluto rivedere "Il Gattopardo"giustamente valutato tra i lavori più prestigiosi, con cast ricco di attori bravi, con la regia di Visconti e innegabili scenografie ben curate. Niente da obiettare. L'ho solo riscoperto un po' 'chiuso' tra le nobili ville dei ricchi, con solo sullo sfondo i veri fatti politici che rappresentano il cambiamento di un'epoca. Non è una critica, solo un'osservazione, giacché in neanche tre ore sarebbe stato difficile inserire alcuni passaggi del libro da cui è tratto e che spero la serie in uscita su Netflix ci restituirà .
Personalmente guarderò la serie come un prodotto nuovo, senza comparazioni, senza pregiudizi. Il regista è l’inglese Tom Shankland, legato a doppio filo alla Sicilia per le sue origini. Gli attori sono Kim Rossi Stuart nei panni di Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina, Saul Nanni in quelli del nipote preferito Tancredi, Deva Cassel, la bella e irrequieta Angelica, mentre Benedetta Porcaroli è la figlia maggiore del Principe, Concetta.
La serie non è ispirata a Il Gattopardo, il film, ma a Il Gattopardo, il romanzo di Tomasi di Lampedusa. È la scelta più logica non solo per smarcarsi da paragoni ingombranti, ma anche perché la narrazione seriale è molto più vicina al modello letterario (ampio e arioso) rispetto a quello filmico (sintetico e focalizzato sulla creazione di immagini). E' tutto italiano il team che si è occupato del decor, cioè costumi, scenografia, trucco e parrucco. È uno degli ambiti in cui il cinema italiano è tra i più preparati e, vista anche l’ambientazione, serviva qualcuno che conoscesse benissimo l’iconografia dell’epoca.
Sul ruolo di Concetta, invece, spiega: «Dal libro si intuisce che è un personaggio molto importante, soprattutto dagli ultimi capitoli. Nella nostra serie c’è, certo, un lavoro di immaginazione ma era tutto lì, dentro al libro, l’abbiamo solo tirata fuori dall’ombra». La scelta del cast, continua, lo rende felice: «Mi fa piacere che siano tutti attori italiani. Kim Rossi Stuart mi ha colpito molto, ha grande sensibilità e un portamento nobile. E i coach ci stanno aiutando per l’accento siciliano. Siamo andati a trovare la principessa Vittoria Alliata che ci ha spiegato come parlavano i nobili di un tempo. Angelica, che nobile non è, quando è a casa parla infatti un dialetto più stretto».
Il principe di Salina è un nobile siciliano vecchio stampo in un mondo che sta cambiando. L’Unità d’Italia è la cornice storica: l’arrivo dei Mille, la fine del regno borbonico e l’inizio di una nuova era. Mentre quindi quella del principe sta finendo, emerge quella del nipote, Tancredi, che sposa la figlia di un borghese, quindi una persona che non è nobile, capovolgendo i vecchi dettami della società nobiliare e adattandosi all’epoca che sta arrivando con un po' di opportunismo, magari necessario. L’opportunismo stesso è la caratteristica che differenzia Salina (che ne è privo) dalle nuove generazioni, più adatte al nuovo mondo. E Don Fabrizio può solo osservare queste 'rivoluzioni sociali', con il peso degli anni che sente d'improvviso addosso, sempre più. Lui, il suo compito lo ha svolto...
Dell'uscita della serie si è occupata Netflix. Poche davvero le dichiarazioni degli attori.
Questa intervista rilasciata da KIM ROSSI STUART (Tutti i diritti sono riservati © SpettacoloMania.it) è però molto interessante. E l'attore, con l'onestà che lo contraddistingue, confessa di essere entrato nel cast in modo 'puro' (non conosceva il film e il libro...e non era d'obbligo). Tuttavia, da buon lettore e attore quarantennale, è entrato nel personaggio di Don Fabrizio anche per delle similarità col suo modo di vedere la società, il mondo.
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