Più che il mio punto di vista e le mie riflessioni, valgono i video dove Kim racconta i dietro le quinte, o comunque le intenzioni e la passione profusa in un film che...altro che premi...doveva spaccare, emergere ancora di più.
Brado (2022), letteralmente "selvaggio"...
Brado è il ranch con colori e odori di terra, isolato dalla città; Brado è anche l’animo del proprietario, Renato, un uomo di mezza età solitario e scontroso, incattivito dai fallimenti familiari. Brado è il cavallo, Trevor, un cavallo stupendo ma indomabile, rifiutato per la sua indocilità da tutti gli allevatori. Nel tentativo di cavalcarlo, Renato resta ferito e impossibilitato a continuare a sellarlo. Ma Renato vede in Trevor un'occasione di riscatto, inseguendo il sogno di addestrare un campione di cross-country.
Ma perché un ranch, i cavalli, questo cowboy 'moderno' dal sapore antico, perennemente rude nei modi e convinto che può dominare un po' tutto? Kim è veramente cresciuto in una fattoria con il padre e i cavalli, e, partendo da questo unico dato biografico, intende far vivere al pubblico quantomeno quel senso di libertà e di bellezza naturale così...brada .
Un film sincero proprio per questo bel bisogno quasi catartico di raccontare queste sensazioni. In effetti arrivano diretti allo spettatore gli odori della stalla, del cuoio della sella, del fango, addirittura il respiro dei cavalli unitamente a quelli di Renato.
Come l’ha giustamente definito Kim Rossi Stuart, Brado è un western esistenzialista, un racconto di formazione, introspettivo ma senza intellettualismi. Parla di sofferenza e di ferite dell’anima in modo semplice e universale, crudo e delicato allo stesso tempo. Proprio per questo arriva al cuore.
Il regista romano, fin dall’esordio con Anche libero va bene, segue caparbiamente un suo percorso artistico, molto intimo, con alcune tematiche che si ripetono, come il rapporto genitori-figli. C’è un filo rosso che lega le sue opere, reso esplicito dall’uso degli stessi nomi dei protagonisti in tutti e tre i film. Tuttavia ogni film ha una sua autonomia e 'indipendenza' dagli altri.
Ci vuole un vero uomo di cinema per fare un film come questo, uno che conosca profondamente quest’arte, le sue possibilità e come raggiungerle. Kim Rossi Stuart è infatti anche attore, di nuovo e, nonostante interpreti il personaggio più carismatico, non è il protagonista. Sa farsi da parte in modo magistrale quando serve, riservandosi il lavoro più complicato: incidere sul film e aiutare il racconto di questo figlio solo con pochissimi elementi, sguardi e gesti. Sembra recitare esagerando ma è vero l'esatto contrario, fa contare ogni mossa, ogni gesto e addirittura anche la stasi. Lo dimostra il fatto che sia sempre nervoso e arrabbiato, il suo Renato, ma poi quando lascia uscire il livore vero, in una notte di rinfacci terribili, è un altro passo, apre proprio un’altra scatola da cui escono mostri dallo sguardo luciferino, i demoni che lo affliggono da anni gli deformano il volto. A tratti per lo spettatore appare fastidiosa, questa ferocia, ma un attimo dopo, verrebbe voglia di accarezzarlo, per domarlo come si fa coi cavalli, appunto.
Dall'arrivo del figlio Tommaso (Tommi) al ranch riluttante ma convinto dalla sorella, iniziano, per entrambi, le occasioni di fare i conti col passato e provare a ricucire un rapporto da troppo tempo lacerato. Affronteranno assieme il dolore, a muso duro, senza risparmiarsi nulla,buttando fuori tutto il veleno e i rancori repressi . E si capovole il rapporto. Renato cerca di dominare la vita, di piegarla alla sua volontà e lo fa in modo rude, Tommaso vi si approccia con pazienza e sentimento, cercando pian piano di costruire un legame basato sulla fiducia, con il cavallo e col padre.
Il cinema di Kim Rossi Stuart regista sa raccontare la paura (della morte, della sfida, di essere felici) come pochi, oggi, in Italia. Sono bellissime le pause (quando osservano il cielo stellato), gli abbracci della figlia Viola, le salsicce mangiate assieme da padre e figlio davanti al camino e il momento della gara.
La scena in cui Tommaso e Trevor iniziano a trovare la giusta sintonia è quella in cui il film sterza, si apre ad altre possibili narrazioni. L’ingresso di Anna, l’addestratrice di cavalli, diventa un altro elemento di arricchimento e di nuova vita ... È emozionante, il film, proprio perché non fa nulla per emozionare, ti prende e basta. Fino alla fine. dura, cruda ma con una luce che si accende e un sorriso lontano che vale tutto il film.
FORSE NON E' NOTO CHE...In occasione della Riding the Blue Charity Dinner & Gala del 3 Novembre 2022, è stato consegnato il premio HORSE FRIENDSHIP, in memoria della giornalista de Il Venerdì di Repubblica, Federica Lamberti Zanardi, scomparsa nell'Agosto 2022.Grande amica della manifestazione equestre, la giornalista si è sempre dedicata con grande passione alla promozione del rapporto uomo-cavallo e, in particolare, alla sua applicazione nella terapia per i soggetti affetti da spettro autistico. Attraverso la ricerca di autentiche storie di riscatto da raccontare, è stata capace di accendere i riflettori su questo importante tema, caro anche a Fieracavalli
La prima edizione del premio va al pluripremiato attore e regista italiano Kim Rossi Stuart, per il film BRADO. Per aver saputo raccontare, anche toccando i nostri nervi più scoperti, la realtà di una storia difficile, di un padre ruvido, di un figlio e di un cavallo dal temperamento indomito.
Attraverso il complicato confronto generazionale fatto di educazione cruda e selvaggia da un lato e di respiri e ricerca di nuove sintonie dall’altro, ne scaturisce un racconto tanto schietto quanto toccante dell’atavica relazione tra uomo e cavallo. Una storia che ha origini talmente antiche e ancestrali che è impossibile racchiudere sotto un unico punto di vista. Lo sguardo autoriale di Kim Rossi Stuart, arricchito dalla personale esperienza vissuta a fianco dei cavalli, offre al grande pubblico spunti di riflessione diretti sulla relazione tra l’uomo e il cavallo a cui è impossibile restare indifferenti.
A ritirare il premio, consegnato da Nicole Cereseto, l’attrice e amazzone Viola Betti.
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