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martedì 17 dicembre 2024

"ANCHE LIBERO VA BENE" : regista e attore KIM ROSSI STUART (VIDEO)


Mentre dalla strada arrivano rumori di traffico, clacson, movimento di gente indaffarata, all'interno di un modesto appartamento si consumano piccoli e grandi drammi, mescolati a risate, abbracci, urla, pianti e silenzi. In fondo come in tutte le case, diciamo. 

Tuttavia vi sono temi da cui spesso si sfugge, che si preferisce non raccontare, celandoli dietro ipocrisie. Ci vuole coraggio a raccontare la realtà, anzi una determinata realtà, al cinema ancora di più. Si potrebbe scivolare in una sorta di dolore melodrammatico ma lo stile asciutto e votato a cogliere le emozioni non lascia spazio ad alcun pietismo.

"ANCHE LIBERO VA BENE" è  uno di quei film in cui l'equilibrio tra regia e interpretazione, avendo la stessa matrice, diventa perfetto, e costituisce la chiave di volta della costruzione del film stesso. Sinceramente (sebbene inizialmente Renato doveva essere interpretato da un altro attore e non da Kim Rossi Stuart) non avrei visto nessuno in grado di 'trattare'  gli attori, in primis Tommaso e Viola come invece ha fatto il 'neo'regista Kim. Non fa sconti, Kim, e guarda la vita ad altezza degli 11 anni del ragazzino( Alessandro Morace).Il racconto fila senza scosse, ogni sequenza ha la sua ragione e il suo tempo, in questa storia di affetti disordinati , scatti di rabbia assieme ad  autentici slanci d'amore.



Avendolo visto senza leggere nulla in anteprima,le scene iniziali mi hanno divertito ed anche intenerito.  I fratelli che baruffano, papà Renato che tira giù dal letto Tommaso , a quanto pare abitualmente  urlando, e lo fa vestire in fretta perché corra a scuola; che brontola come di solito facciamo noi mamme per la camera in disordine ... E poi,di sera, tutti e tre nel letto, con i figli che si contendono questo padre 'tuttofare'. Belle scene, famiglia anomala ma unita. Questo il primo impatto. E i ragazzini liberi e responsabili nonché timorosi e rispettosi delle richieste del papà. 


Le scene, poi, si avvicendano e si dipanano autonomamente, come tasselli di un mosaico ad indicare questo nucleo familare fatto a pezzi, segnato dal destino di una madre assente che sparisce e ritorna chiedendo perdono. Tommaso , che è il vero protagonista, è ormai abituato, quasi assuefatto a queste altalene materne da  apparire scettico e lontano dall'ingombrante realtà. Appare ma vi è fin troppo dentro.



L’abilità del regista è proprio nella capacità di riuscire, anche nelle scene d'insieme, a inquadrare  lo sguardo di Tommaso il quale coglie ogni dettaglio, all'interno della casa, a scuola, sempre in bilico tra la sua vita da bambino e gli eventi che ruotano attorno. E' lui l'anima del film, tutto viene visto attraverso i suoi occhi, raccontato dai suoi silenzi. La regia di Rossi Stuart lo cerca continuamente, lo spia, gli entra dentro, e lui è lì  con quegli occhi spalancati che rivelano tutto, al di là di ogni inutile parola. Tommi cerca sempre le 'altezze' : sul tetto ha il suo rifugio segreto dal quale spiare il mondo col binocolo, gioca continuamente col vuoto, sfidandolo. In fondo, non ha paura dei vuoti, ne ha tanti, dentro...



 E' un bambino costretto dalle circostanze a maturare in fretta, e non si lascia incantare dalle illusioni. Certo, vive comunque tutte le tappe comuni ai bambini della sua età: le prime cotte, vissute tra improvvisi slanci e imbarazzati passi indietro, le schermaglie con i coetanei, la scoperta dell'amicizia, le incomprensioni con i genitori e le passioni che si vanno delineando. 

Renato è fin troppo presente, impegnato a colmare  i vuoti dei figli.Questo padre, nel suo ruolo di genitore-single con problemi economici, manifesta una sorta di doppia natura: è autoritario e inflessibile, ma è anche fragile e profondamente umano.Detta regole alzando la voce, fa la guerra col mondo incurante dei figli che lo guardano e lo ascoltano, ma in fondo è un padre amorevole, con tutti i dubbi e le debolezze di un uomo solo.A un certo punto bestemmia (quante storie antipatiche e bigotte ho letto su questo dettaglio!! )  ma fa parte del personaggio, anzi molto cristiana: " Fa parte del suo percorso, nel momento in cui perde la fiducia in se stesso e nella vita, perché fiducia è in fondo sinonimo di fede. E' un grido di dolore che fa male ed è funzionale al momento in cui il bambino torna dal padre."-dice Kim

 Il suo atteggiamento virile, rabbioso, violento è l' inevitabile conseguenza delle instabiltà e delle insicurezze procurategli dalla moglie che va via, dal lavoro e dalla necessità di dare unità e stabilità a quella "comunità a tre".  






Sicuramente un realismo, nel film, abbastanza estremo che cela una violenza psicologica . Ma necessario. In un'intervista Kim Rossi Stuart afferma : "Mi sono reso conto solo a posteriori del vero livello di violenza psicologica che esiste nelle relazioni tra bambini e adulti, anche se in parte ne ero già cosciente in fase di scrittura. Questa verità è un codice che ho seguito nella sceneggiatura, prima per gusto personale, poi perché ho pensato che, per realizzare un film con dei bambini, e se lo si vuol rendere sincero e non patinato, si può soltanto perseguire la verità assoluta. La vita di Tommy non è triste o infelice, ma dura, perché ci sono dei sentimenti tra i membri della sua famiglia. Questa è la ragione per cui ho scelto Barbora Bobulova nel ruolo della madre, un personaggio che aveva bisogno di una certa purezza, di esprimere delle problematiche complesse, come fuggire, avere paura che la propria vita non sia lì, ma forse altrove, e quindi scappare, con le proprie nevrosi." 

Buona parte del film è giocata sulla porta di casa, elemento fondamentale della storia, dietro la quale non si sa mai con certezza cosa (anzi, chi) c'è, linea di confine tra l'amore e il ripudio, tra il nido e il mondo esterno, l'ignoto. La porta della casa di Tommi non si apre quasi mai per accogliere, ma per cacciare o abbandonare, per fare a pezzi le seconde occasioni, i fragili sogni.

Occorre raccontare le verità, fare propria la realtà attraverso la finzione. Tutti i protagonisti sono complessi e contraddittori ma nessun stereotipo. Si racconta l'infanzia che è una fase della vita fatta di scoperte ma soprattutto di solitudini.



 Kim Rossi Stuart è bravissimo nel rendere in maniera completa e affascinante tutte le sfumature di un personaggio che sente su di sé le insicurezze della sua famiglia . Non c'è un momento in cui il regista e l'attore non sappiano rendere al meglio questa varietà, restituendocela  vitale con uno sguardo, un movimento del capo, un sentimento del corpo.

 L'Amore padre-figlio, che anelano la stessa donna(assente) unisce Renato e Tommy. E insieme, crescono. 

Da ricordare:  

–David di Donatello - Miglior Regista Esordiente 2007 

– Nastro d’Argento Miglior regista esordiente  2007

– Ciak d’Oro  Migliore Sceneggiatura  2007 

– Ciak d’Oro  Miglior Opera Prima 2007

 – Globo d’Oro - Miglior Opera Prima 2007  

Da raccomandare a Kim : 

Fai altre regie, per favore! Ma continua ad essere tu a interpretare!!

IL TRAILER 

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