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NON E' un sito di news. E' un racconto personale da chi lo segue da sempre e un omaggio alla carriera di Kim Rossi Stuart , dagli esordi all'oggi. (nei post cliccate su "Continua a leggere", necessario per alleggerire il sito ) BENVENUTI! BUONA LETTURA!
Ultimamente vanno molto i video brevi e i Reels .Personalmente preferisco un buon post di contenuti, una bella intervista lunga, belle foto di scena...
PERO' qualche Reel l'ho 'creato' . Ovviamente non solo come carrellata di foto ma dove è sottesa una 'storia'
Qui è per approcciarci al mondo di Kim, semplicemente
Qui torno a uno dei film più intensi e drammatici e bene interpretati , CUORE CATTIVO di cui ho trattato nel post a QUESTO LINK 👇
E QUI il reel con foto di rodaggio di TOMMASO , film da vedere e rivedere perché , svolgendosi su più prospettive, è sicuramente fuori da molte regole drammaturgiche e registiche. E poi, mi diverte non poco!
In questi giorni ho voluto rivedere "Il Gattopardo"giustamente valutato tra i lavori più prestigiosi, con cast ricco di attori bravi, con la regia di Visconti e innegabili scenografie ben curate. Niente da obiettare. L'ho solo riscoperto un po' 'chiuso' tra le nobili ville dei ricchi, con solo sullo sfondo i veri fatti politici che rappresentano il cambiamento di un'epoca. Non è una critica, solo un'osservazione, giacché in neanche tre ore sarebbe stato difficile inserire alcuni passaggi del libro da cui è tratto e che spero la serie in uscita su Netflix ci restituirà .
La serie non è ispirata a Il Gattopardo, il film, ma a Il Gattopardo, il romanzo di Tomasi di Lampedusa. È la scelta più logica non solo per smarcarsi da paragoni ingombranti, ma anche perché la narrazione seriale è molto più vicina al modello letterario (ampio e arioso) rispetto a quello filmico (sintetico e focalizzato sulla creazione di immagini). E' tutto italiano il team che si è occupato del decor, cioè costumi, scenografia, trucco e parrucco. È uno degli ambiti in cui il cinema italiano è tra i più preparati e, vista anche l’ambientazione, serviva qualcuno che conoscesse benissimo l’iconografia dell’epoca.
In un'intervista a Vanity Fair il regista Shankland dice : «Mio padre era un insegnante di italiano nel nord dell’Inghilterra. Per tutta la vita ha letto ai suoi studenti i classici italiani, soprattutto quelli siciliani. Il libro di Tomasi di Lampedusa è sempre stato nella mia vita. Da ragazzo amavo particolarmente le sue descrizioni, i giardini, la natura della Sicilia, ora che anagraficamente sono più vicino all’età del Principe sento molto la sensazione di voler proteggere la famiglia, la paura che qualcosa possa romperla. Del resto, Il Gattopardo è anche la storia di un mondo che sta scomparendo e tutti quanti stiamo vivendo in un’epoca simile. Io da inglese ho vissuto la Brexit che ha cambiato il senso della nostra identità nazionale, ogni famiglia si è dovuta interrogare su ciò che voleva essere. Poi abbiamo vissuto la pandemia, il Covid, le ricorrenti crisi economiche. Poi c’è l’emergenza climatica, la guerra… È un mondo che va avanti e torna indietro. E Il Gattopardo è la storia di un padre che vuole proteggere i suoi cari dal cambiamento, non riguarda solo la perdita di potere della classe nobile siciliana».
Sul ruolo di Concetta, invece, spiega: «Dal libro si intuisce che è un personaggio molto importante, soprattutto dagli ultimi capitoli. Nella nostra serie c’è, certo, un lavoro di immaginazione ma era tutto lì, dentro al libro, l’abbiamo solo tirata fuori dall’ombra». La scelta del cast, continua, lo rende felice: «Mi fa piacere che siano tutti attori italiani. Kim Rossi Stuart mi ha colpito molto, ha grande sensibilità e un portamento nobile. E i coach ci stanno aiutando per l’accento siciliano. Siamo andati a trovare la principessa Vittoria Alliata che ci ha spiegato come parlavano i nobili di un tempo. Angelica, che nobile non è, quando è a casa parla infatti un dialetto più stretto».
Il principe di Salina è un nobile siciliano vecchio stampo in un mondo che sta cambiando. L’Unità d’Italia è la cornice storica: l’arrivo dei Mille, la fine del regno borbonico e l’inizio di una nuova era. Mentre quindi quella del principe sta finendo, emerge quella del nipote, Tancredi, che sposa la figlia di un borghese, quindi una persona che non è nobile, capovolgendo i vecchi dettami della società nobiliare e adattandosi all’epoca che sta arrivando con un po' di opportunismo, magari necessario. L’opportunismo stesso è la caratteristica che differenzia Salina (che ne è privo) dalle nuove generazioni, più adatte al nuovo mondo. E Don Fabrizio può solo osservare queste 'rivoluzioni sociali', con il peso degli anni che sente d'improvviso addosso, sempre più. Lui, il suo compito lo ha svolto...
Dell'uscita della serie si è occupata Netflix. Poche davvero le dichiarazioni degli attori.
Non può sfuggire! Non un film così bello . "Cosa sarà" aggiunto su Netflix dal 15 Gennaio, entrato nella Top 10, regge...facciamo che avanzi, si? FORZA!
Tra momenti di dolore e inaspettata ironia, il protagonista intraprende un viaggio di rinascita, dove la fragilità si trasforma in forza e la malattia diventa un’occasione per ritrovare se stesso e il senso della vita. Francesco Bruni, che attinge alla propria esperienza personale, costruisce una narrazione autentica, intrecciando il dramma con momenti di ironia e leggerezza.
Il giorno dopo quel San Valentino, Anversa e il mondo del lusso sono in tumulto: non ci si spiega chi possa essere riuscito a mandare all'aria i sistemi di sicurezza più sofisticati al mondo, in pratica! Leonardo , che è riuscito con un anno di anticipo a intrufolarsi come talpa nel Diamond Center per studiare il colpo nel minimo dettaglio, pensa di aver dato una lezione a tutti quantin ma qualcosa non va per il verso giusto: il capo della Diamond Police Albert Mertens irrompe nel suo appartamento e accusa Notarbartolo di essere l'autore del furto.Bisogna capire come si sia risaliti a lui così attento a non lasciare la benché minima traccia...
Il titolo mi attrae e mi fa pensare ad un percorso bello e risolutivo. In genere lo attribuiamo comunemente allo star bene, dopo una malattia.
Poi osservo la copertina. Mi piacciono i contrasti del verde acquamarina, il rosso, il nero. Vedere questo bacio, per me che sono in fondo una romantica, mi prende molto. Lo interpreto come un bacio d'amore , di salvezza, anche, di riconciliazione (intanto non ho ancora letto il libro..) E l'acqua? questo mare che avvolge le due figure e non si vede traccia di orizzonte? L'acqua sarà un elemento simbolico, penso; l'acqua è come pulirsi da qualcosa, immergersi per risalire, respirare, liberarsi.
E poi mi immergo io nella lettura. E lo faccio quasi ipnotizzata perché mi accorgo che già dal primo racconto, vi sono elementi di disagio, di rabbia, momenti verbalmente 'forti' e situazioni travolgenti. Kim... mi fai paura! Che succede? Ma procedo. In un giorno completo la lettura.
Più che il mio punto di vista e le mie riflessioni, valgono i video dove Kim racconta i dietro le quinte, o comunque le intenzioni e la passione profusa in un film che...altro che premi...doveva spaccare, emergere ancora di più.
Brado (2022), letteralmente "selvaggio"...
Brado è il ranch con colori e odori di terra, isolato dalla città; Brado è anche l’animo del proprietario, Renato, un uomo di mezza età solitario e scontroso, incattivito dai fallimenti familiari. Brado è il cavallo, Trevor, un cavallo stupendo ma indomabile, rifiutato per la sua indocilità da tutti gli allevatori. Nel tentativo di cavalcarlo, Renato resta ferito e impossibilitato a continuare a sellarlo. Ma Renato vede in Trevor un'occasione di riscatto, inseguendo il sogno di addestrare un campione di cross-country.
Ma perché un ranch, i cavalli, questo cowboy 'moderno' dal sapore antico, perennemente rude nei modi e convinto che può dominare un po' tutto? Kim è veramente cresciuto in una fattoria con il padre e i cavalli, e, partendo da questo unico dato biografico, intende far vivere al pubblico quantomeno quel senso di libertà e di bellezza naturale così...brada .
Un film sincero proprio per questo bel bisogno quasi catartico di raccontare queste sensazioni. In effetti arrivano diretti allo spettatore gli odori della stalla, del cuoio della sella, del fango, addirittura il respiro dei cavalli unitamente a quelli di Renato.
Come l’ha giustamente definito Kim Rossi Stuart, Brado è un western esistenzialista, un racconto di formazione, introspettivo ma senza intellettualismi. Parla di sofferenza e di ferite dell’anima in modo semplice e universale, crudo e delicato allo stesso tempo. Proprio per questo arriva al cuore.
Con un nuovo poster, Netflix ha svelato la data di uscita dell'attesa serie Il gattopardo. Il nuovo adattamento da Tomasi di Lampedusa interpretato da Kim Rossi Stuart approderà sullo streamer il 5 marzo.
Il poster mostra i protagonisti della serie: Kim Rossi Stuart nei panni di Don Fabrizio Corbera, Principe di Salina, Benedetta Porcaroli (Concetta), Deva Cassel (Angelica) e Saul Nanni (Tancredi).
Nel cast anche Paolo Calabresi, Francesco Colella, Astrid Meloni e Greta Esposito.
La serie in sei episodi, tratta dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, è prodotta da Fabrizio Donvito, Daniel Campos Pavoncelli, Marco Cohen, Benedetto Habib e Alessandro Mascheroni per Indiana Production e da Will Gould e Frith Tiplady per Moonage Pictures, ed è stata girata tra Palermo, Siracusa, Catania e Roma.
Un film godibile. Semplice. Diretto. Coinvolgente. Molti di noi si sono rivisti, hanno avuto dei sussulti o dei batticuore.Quattro amici che attraversano gli ultimi quarant’anni della storia italiana tra fallimenti e sogni infranti e che si ritrovano cinquantenni di oggi a riunire in parte le loro vite sperando nel meglio.
Gli anni più belli (2020) sono quelli di Paolo (Kim Rossi Stuart) idealista e romantico, con la passione per l’ornitologia e il sogno di diventare professore di lettere. Il suo amico Giulio (Pierfrancesco Favino) è figlio di proletari e mira ad una carriera d’avvocato per difendere i più deboli. Paolo e Giulio conoscono Riccardo (Claudio Santamaria), aspirante artista, durante una burrascosa manifestazione studentesca dell’82, ultimo residuo di un ’68 ormai lontano. A loro si unisce Gemma (Micaela Ramazzotti) bella, fragile e disinibita, orfana di entrambi i genitori che cerca un uomo a cui potersi aggrappare. Tra matrimoni difficili, tradimenti e separazioni i quattro si perdereranno più volte per ritrovarsi con un’unica certezza, quella del conforto della loro amicizia mai veramente finita.
Aspettavo da tempo Kim in Tv, ben sapendo le sue lunghe pause da questo mezzo ...Ma proprio il fatto di puntare su un cast di bravi attori non inflazionati, ha dato i suoi frutti. Li ho visti tutti incarnare perfettamente i propri personaggi, quasi confondendosi con essi. In particolare è il protagonista Kim Rossi Stuart a riuscirci, risultando credibile e catturando il pubblico grazie ad un magnetismo non abusato.
Si parte dalla realtà “storica” della Trapani anni 70 e si innesta il racconto della ricerca di giustizia dell’indomito commissario Maltese, ricacciato quasi a forza nella dura realtà dalla quale, ventenne, aveva preferito allontanarsi a causa di gravi problemi familiari. L'arrivo a Trapani è visto come un qualcosa che destabilizza alcuni personaggi che solo alla fine sveleranno la loro identità ma il commissario ha un fare deciso e determinato.
Ancora di più quando ammazzano il suo più caro amico-e collega- e la promessa sposa, sotto i suoi occhi. Emotivamente coinvolto, riuscirà però a distaccarsi durante le indagini, questo distacco coinvolge lo spettatore,lo porta per mano in un mondo violento ed ingiusto, a stretto contatto con omicidi e sparatorie che però non creano un clima respingente: Maltese non è uno “sbirro” duro, è un uomo dolce, che non deve combattere con i sottoposti e che ritrova parti del suo passato nel percorso che intraprende, mischiandosi alla nuova realtà e diventandone parte.
Mi conviene vedere un film che tratta un tema vissuto in famiglia che ha lasciato ferite ancora aperte? Pensavo... Però leggevo nelle note di regia che era una commedia... Come può essere? Quindi, come sempre, se un film non lo guardi, non sai.
Inoltre coincise con l'evolversi della pandemia e sarebbe dovuto uscire subito prima del lockdown e con un altro titolo (Andrà tutto bene), ma l’emergenza lo impedì e inoltre quasi in modo premonitore (coincidenza ) il titolo , alla luce di ciò che è accaduto poi, meglio non sia stato questo.
E' un film del "fidarsi" e dell' "affidarsi" , a mio avviso. Le prime scene del bambino che dà le sue macchinine all'amichetto che se le porta via è un grande atto di generosità e fiducia. Ed è lui, il protagonista, il bambino. Quel Francesco Bruni che attraverso Bruno Salvati (KIM) racconta di essere appena uscito da un momento buio, da un trapianto di midollo per una malattia del sangue. Non nasconde nulla, il regista. Ma non rende il film un dramma o una battaglia, anzi. Si evita da subito il luogo comune in cui il malato è visto solitamente come un guerriero. Sono pienamente d'accordo. L'ho vissuto con i miei familiari, e tutto erano, tranne che 'guerrieri'. Persone ancora più sensibili e da proteggere, senza pietismi, con qualcosa che aiuta più di tutto, l'amore.
Dal bambino con le macchinine, procedendo per vari flashback, funzionalissimi al racconto, c'è un cambio totale di registro che ci immerge in una stanza di ospedale: luci fredde, Bruno spaurito. L'infermiere (bravissimo ed empatico) che dà le indicazioni e gli dice "Fate il bravo" e Bruno lo fa. Non può fare altro...C’è una fragilità così naturale nel corpo di Kim Rossi Stuart sottoposto alla prima prova della chemioterapia: quel taglio totale dei capelli(piangevo, io! ) con la meravigliosa Perfect Day di Lou Reed è un altissimo momento di cinema e sceneggiatura. Non c'è da aggiungere altro. Arriva al cuore, all'anima in modo diretto e semplice.
Si parla di malattia, e di come essa costringa l’essere umano a interrogarsi non tanto sul significato della vita ma sul modo in cui la si è vissuta, sugli affetti che si rischia di abbandonare per sempre. Non è casuale che tra i corsi e ricorsi mentali di Bruno torni con frequenza l’immagine della madre, da giovane, quando lui era ancora un bambino. Sono visioni che però rassicurano e fanno entrare lo spettatore in un clima di fiducia che da tanto male uscirà tanto bene.