Il Gattopardo, con i suoi costumi, regala uno sguardo inedito della Sicilia del 1800
Tratto dall'articolo di "VOGUE ITALIA" ©(TUTTI I DIRITTI RISERVATI )
Le forme degli abiti sono d'epoca ma tagli e colori faranno capire le sfumature caratteriali. Ne abbiamo parlato con i costumisti Carlo Poggioli ed Edoardo Russo, tra aneddoti dal set ed easter eggs
Carlo Poggioli :- Mi è stato di grandissimo aiuto l’incontro con Raffaello Piraino che, a Palermo, nella sua Casa Museo, conserva tanti abiti siciliani dell’aristocrazia dell'epoca. Abbiamo potuto ispirarci a quelle forme e colori, e vedere da vicino i ricami, favolosi. Oggi che rivedo le foto, i bozzetti e la quantità di costumi creati, mi chiedo come abbiamo fatto a realizzarli per davvero, sono sorprendenti.Abbiamo alleggerito seppur restando fedeli alle forme. Soprattutto nei balli vivono le leggerezze. Abbiamo realizzato sottogonne talmente leggiadre che i ballerini in scena volano. Ovviamente mantengono le forme a cerchio dell’epoca, ma non si nota la crinolina e, al posto delle stecche di metallo, abbiamo usato il rigilene, permettendo il movimento degli attori. Anche i corpetti sono rifiniti con rigilene e non con le stecche. Per le attrici è stata una dura lotta portarli ma erano fondamentali a loro per entrare nel personaggio. Ai tempi l’abito dava il comportamento e la postura, il corpetto serviva a modellare e a far stare in una certa posizione. Stesso ragionamento per gli uomini: le giacche dovevano essere strette in vita e attaccate alle spalle, gli stringi pancia dovevano rendere la postura eretta e aristocratica.
Edoardo Russo :-Il fatto di ragionare su costumi fatti per una serie tv, e non per un film, permette di avere una narrazione storica molto più ampia, con approfondimenti dal libro e qualche licenza nel copione. Questo ci è servito per raccontare il passare del tempo anche grazie ai tagli degli abiti, dettagli probabilmente non a tutti riconoscibili ma che, se si riconoscono, fanno la differenza. Per esempio i corpini appaiono inizialmente a punta, poi il taglio in vita si fa più dritto come dettava la moda. Altra cosa curiosa che abbiamo voluto fare è di raccontare l’usanza, tipica di quei tempi, di mettere due corpini diversi con la stessa gonna, essendo capi costosi.I bravi costumisti devono lavorare soprattutto sugli attori, enfatizzando e non punendo il loro incarnato. Ovviamente nel rispetto del discorso narrativo. Benedetta Porcaroli ha un sottotono più freddo, Deva Cassel invece più caldo; abbiamo scelto rispettivamente i blu e i rossi che, nel corso della serie, subiranno cambiamenti anche a servizio dell'evoluzione del personaggio.
...In più, per questioni narrative, abbiamo anticipato di poco i tempi; abbiamo snellito il rigore delle divise d'epoca giusto per strizzare l’occhio a un pubblico più contemporaneo, ma la forma e la costruzione sartoriale sono fedeli a quelle dei Garibaldini.
Kim Rossi Stuart è un uomo bellissimo, altissimo, qualsiasi cosa metta lo fa sembrare più affusolato, ha di natura una sua linea molto elegante. I tagli dei suoi vestiti sono in realtà storici ma anche qui abbiamo lavorato con tessuti più leggeri, usando meno imbottiture, rendendo i gilet meno strutturati, insomma snellendo la costruzione sartoriale. Ci piaceva un'eleganza non troppo ingessata su di lui, tra il raffinato e il grezzo, come è la sua personalità.
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