di Anna Maffei
L’Afragola Film Festival 2025, giunto alla sua quinta edizione, e conclusosi Sabato 22 Novembre con la Serata di Gala, si è affermato come un punto di riferimento culturale in Campania, distinguendosi per il suo approccio tematico e la qualità degli ospiti.
“Al di là della visione”, un titolo molto pregnante. Il festival si caratterizza come un Festival Internazionale di Architettura e Design, unico nel suo genere, che esplora il ricco e complesso rapporto tra il cinema, l’architettura e l’urbanistica, in particolare quella delle periferie.
L’edizione 2025 ha messo in luce come lo spazio fisico (urbano, suburbano o periferico) non sia un semplice contenitore asettico, ma un vero e proprio “attore attivo” che plasma e definisce le storie e la psicologia dei personaggi. Nato come una sfida per portare la cultura nelle periferie a Nord di Napoli, il festival mira a innescare un confronto creativo e a valorizzare le realtà urbanistiche eterogenee del territorio, come il Rione Salicelle e la moderna stazione ferroviaria progettata da Zaha Hadid.
Il festival ha mostrato una forte attenzione alle nuove generazioni, includendo concorsi per studenti e istituendo una borsa di studio universitaria per sostenere un percorso formativo nel settore.
L’edizione 2025 ha vantato un parterre di ospiti di rilievo del cinema italiano, che hanno animato incontri e dibattiti con il pubblico, in particolare al Teatro Cinema Gelsomino.
Tra i volti noti che hanno partecipato: Claudio Amendola,Margherita Buy,Kim Rossi Stuart,Anna Foglietta,Marco Risi (regista), che ha presentato il suo film “Fortapàsc”, dedicato al giornalista Giancarlo Siani, Beatrice Barison (giovane pianista e attrice) Edgardo Pistone (giovane regista), insignito del “Premio D’Alatri 2025”, un riconoscimento dedicato alla memoria del grande amico del festival, Alessandro D’Alatri.
La presenza di queste personalità ha offerto al pubblico un’occasione preziosa di confronto umano e professionale, ed ha contribuito a elevare il profilo del festival creando un’atmosfera di spontaneità e carisma.
Interessanti le interviste sul palco curate dal noto regista, giornalista e documentarista Fabrizio Corallo e dal Direttore artistico del Festival Valerio Caprara critico cinematografico del quotidiano “Il Mattino” , cinefilo e ottimo recensore.
Il primo intervistato (che come gli altri ha ricevuto il Premio “Al di là della visione” ) è stato Kim Rossi Stuart. L’attore ha confermato la sua affezione per Napoli , città in cui si è esibito, da giovane , in molti teatri , dove ha girato una fiction con Massimo Ranieri e dove (parole sue) viene allo stadio, da romanista , rigorosamente in curva. Sono stati ricordati i suoi film da regista, Anche libero va bene -2005, Tommaso-2016, Brado-2022. L’artista ha quindi confermato che sta scrivendo con altri sceneggiatori un altro film su cui, per ora, c’è ancora riserbo; presto, però, inizierà un casting sotto traccia. Alle domande sulle serie, il cinema, i suoi ruoli ha evidenziato che nel suo approccio ai personaggi, come per Vallanzasca e il Freddo, la sua priorità è sempre stata quella di esplorare la psicologia complessa e le contraddizioni umane, evitando di cadere nell’esaltazione del gesto criminale fine a se stesso. Per lui, il valore sta nell’indagare perché una persona compie certe scelte, non solo nel mostrarle in azione. Kim Rossi Stuart propende per un cinema e una serialità che abbiano uno sguardo autoriale, capace di guidare lo spettatore a una riflessione, piuttosto che a una semplice fascinazione . La frase che racchiude la sua visione da interprete è significativa : “Io ho sempre bisogno di cercare di costruirmi un rapporto particolare con i personaggi , far sì che mi trascinino in un meccanismo come dire non routinario , devo sempre raschiare il barile alla ricerca di qualcosa che magari non c’è ma ho un urgente bisogno di fare queste evoluzioni per me stesso “.
L’incontro con Amendola, oltre ad aneddoti sugli inizi della carriera, i consigli del padre e il’vero’ cinema iniziato con Steno, conferma la necessità che il cinema parli della periferia,delle periferie del mondo e non solo il cinema italiano. Conferma di aver fatto molti film in cui si parlava degli ultimi, tematica che lo ha sempre interessato e gratificato. E, poiché tanto pubblico attende il ritorno de ‘I Cesaroni’, garantisce un racconto onesto e in linea con quanto lasciato in precedenza.
Anna Foglietta , figlia di madre napoletana, Napoli ce l’ha proprio nel sangue ed è una città che conosce molto bene ,anche in provincia, avendo girato molti film in zona . Il discorso si sofferma, poi, sulla ‘salute’ del cinema. È un momento molto complesso, perché il cinema si fa anche e soprattutto con delle politiche ad hoc, con i soldi stanziati a favore dell’arte e questo momento di stallo costringe le maestranze, purtroppo, a stare a casa. Nell’ambito puramente artistico, Foglietta, proprio per il quadro attuale, si augura delle sterzate interessanti.
Margherita Buy , contenta di essere anche in compagnia di persone che le piacciono molto, che stima, (i colleghi , nello specifico) a Napoli ha girato , negli anni, molte volte. L’ultimo , durante il lockdown totale, con Alessandro Gassmann, e ne è venuto fuori un film bellissimo. Ed era una dimensione completamente diversa, perché comunque non c’era nessuno. Con il suo garbo e l’ aria sognante, simpatiche battute, ha catturato la platea.
(foto copyright Luigi Buonincontro)All’interno del festival è stato presentato il libro “Cinema è Donna – 100 film sull’universo femminile”, di Ignazio Senatore pubblicato da Gabbianella Edizioni con prefazione di Salvatore De Chiara. Un progetto che intreccia cultura, sensibilità e uno sguardo attento al mondo femminile attraverso la potenza del linguaggio cinematografico.
Complimenti a tutta la squadra degli organizzatori : Gabbianella club events-Teatro Gelsomino di Gabbianella club events-Gianluigi Osteri-Sebastiano Paciello- Monica Brancaccio – Luigi Buonincontro, fotografo ufficiale dell’evento.

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