Kim Rossi Stuart: l'arte del silenzio e la coerenza del talento
Riservato, selettivo, mai scontato. Dall'intensità drammatica alle sfumature brillanti e ironiche: dopo Il Gattopardo , cresce l'attesa di un nuovo ritorno sullo schermo.
Il 31 ottobre compirà gli anni uno degli attori più amati e rispettati del cinema italiano: Kim Rossi Stuart . Un artista che ha scelto la coerenza e il silenzio, rinunciando alla sovraesposizione in un'epoca in cui tutto sembra dover essere visibile, dichiarato, mostrato.
Dagli esordi popolari fino a interpretazioni intense come Senza pelle , Le chiavi di casa o Vallanzasca — Gli angeli del male , la sua carriera è stata segnata da scelte rigorose e profondamente personali. Anche come regista, con Anche libero va bene, Tommaso e il più recente Brado (2022), ha confermato una visione autoriale forte e coerente: un cinema fisico e intimo al tempo stesso, dove il conflitto interiore si intreccia con quello umano e familiare.
Nel 2020 è stato protagonista di Cosa sarà di Francesco Bruni , film toccante e misurato in cui ha offerto una delle sue interpretazioni più sincere e luminose, contribuendo anche alla sceneggiatura. Un'opera che ha saputo unire leggerezza e profondità, confermando la sua capacità di portare in scena la vita con autenticità.
Ma Kim Rossi Stuart non è solo introspezione e gravità. Negli ultimi anni ha mostrato una sorprendente versatilità, rivelando un lato ironico e brillante. Nella serie Prime Video Everybody Loves Diamonds (2023), ispirata al celebre furto di diamanti di Anversa, ha interpretato con disinvoltura e autoironia un personaggio che gioca con il mito del “colpo perfetto”, smontando l'immagine dell'attore “serio” e dimostrando un talento comico sottile e raffinato.
È proprio questo equilibrio tra profondità e leggerezza, rigore e libertà che rendono la sua figura così affascinante: capace di emozionare nel silenzio, ma anche di sorprendere con un sorriso inatteso.
Kim Rossi Stuart non ha mai cercato il clamore mediatico. I suoi silenzi tra un progetto e l'altro non sono pause, ma scelte. Non rincorre i ruoli, li seleziona. Non occupa spazio, lo lascia. E proprio per questo, quando torna sullo schermo, lo fa con un'intensità — o con una leggerezza intelligente — che colpisce.
In un'epoca dominata dall'esposizione continua, ha scelto di non avere profili sociali personali, restando fedele a un'idea di arte discreta e lontana dal clamore. Proprio per questo, chi lo segue con rispetto ha sentito il bisogno di creare spazi che non invadono, ma valorizzino. Il mio blog e la pagina Facebook — seguiti da una comunità attenta e appassionata — nascono con questo intento: non colmare un'assenza, ma accompagnarla. Raccontare il suo lavoro senza violare la sua riservatezza, offrendo uno sguardo onesto e documentato. Ed è sorprendente quanti, grazie a questi spazi, hanno riscoperto il suo percorso oltre Fantaghirò o Vallanzasca: il regista di Brado, l'intensità di Cosa sarà, l'ironia elegante di Everybody Loves Diamonds. Luoghi di condivisione, non di esposizione. Un modo per diffondere il suo cinema restando fedeli al suo stile: sobrio, autentico, lontano dal rumore.
Dietro questa distanza dal “chiasso” c'è un modo di intendere l'arte come responsabilità: verso il pubblico, i colleghi e se stesso. È noto per essere un professionista serio, rispettato da chi lavora con lui, riservato nella vita privata, impermeabile al chiacchiericcio social.
Dopo il recente Il Gattopardo , molti si chiedono se lo rivedremo presto anche come attore, oltre che come regista. Di certo, il cinema italiano avrebbe bisogno di figure come la sua: credibili, profonde, non omologate.
Perché Kim Rossi Stuart è un'assenza che pesa, ogni volta che non c'è.
E una presenza che sorprende e lascia il segno, ogni volta che sceglie di esserci.
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