Un diario, questo blog.
Riflessioni, pensieri 'in ordine sparso' .
Qualche news, qualche resoconto di interviste 'rigorosamente' raccontate a voce da Kim -molto meno dai giornalisti- ma soprattutto un omaggio, senza troppo clamore, ad un attore che il clamore e gli eccessi non li preferisce.
Probabilmente, essendo una persona che non ama i social, anche uno spazio dedicato a lui potrebbe interessare poco. Ma ci provo, con quella punta di timidezza che forse anche lui ha avuto quando si avvicinava a dei ruoli e, in generale, al mondo dello spettacolo.
Kim non è mai stato come tanti...Chi, negli anni Novanta, era abbastanza grande da ricordare uno degli sceneggiati televisivi più visti in quel periodo, "Fantaghirò", finisce inevitabilmente col legare il nome di Kim Rossi Stuart a quello di Romualdo, il fascinoso cavaliere di cui si innamorava la ribelle principessa (Alessandra Martines) e, con lei, milioni di telespettatori.
Io l'ho percepito diverso fin dai tempi della favola . Ligio ai dettagli della sceneggiatura, calato nel ruolo, espressivo e coinvolgente, lasciava intravedere, però, un'inquietudine e una voglia di allargare gli orizzonti. Gli occhioni spalancati e sognanti guardavano 'oltre'.
E parlando di riservatezza e di discrezione. Sono stati questi, più che l'innegabile bellezza esteriore, ad incuriosirmi, all'epoca. Tanto da fare incetta di ogni sua interpretazione a teatro, in tv, al cinema .
Le "aggressioni" delle fan, delle ragazzine, mi facevano arrabbiare. Comprendevo l'entusiasmo ma lo trovavo davvero imbarazzante. Lui era gentile. A volte troppo. E il garbo e la gentilezza spesso sono fraintesi.
Con leggerezza ed approssimazione i giornalisti usano termini direi "impropri" riguardo il porsi di questo artista: "Antidivo inquieto, a tratti scontroso..." Ecco che la discrezione di cui sopra viene scambiata per ALTRO...
"La discrezione è il privilegio di potere assistere alla propria assenza", scriveva Proust e l'ho citato nella didascalia introduttiva. Ed è così. E se scompari, sono gli altri a cercarti.
Discrezione è anche tacere quando è necessario. Non sgomitare. Essere più che apparire. Una virtù dimenticata nell’era del narcisismo di massa, della voglia sfrenata e compulsiva di sentirsi sempre un protagonista. Anche del nulla. .
Chi è riservato e discreto non spreca tempo e parole. Non vuole sempre dire la sua, e magari preferisce l' ascolto, il contrario del sottofondo di cicaleccio che oggi ci sommerge.
E questo aspetto che ho colto in Kim conta molto, soprattutto per chi della parola ne ha fatto e ne fa un'Arte.